Nella clinica improntata alla complessità della relazione terapeutica, la farmacoterapia nelle gravi patologie della mente è, oggi, uno strumento imprescindibile.
La dimensione psicotica della perdita del contatto con la realtà e la razionalità condivisa produce in maniera drammatica nuovi quadri clinici con comportamenti, vissuti e conseguenze sociali dirompenti.
Accogliere, comprendere, condividere le angosce di frammentazione che frequentemente sono alla base di tali complessità cliniche, permette una efficace prescrizione di farmaci al fine di limitare questi dolori mentali dirompenti e le loro conseguenze comportamentali, relazionali e istituzionali.
Necessitiamo di una nuova nosografia a partire dagli strumenti che usiamo e dei loro effetti neuropsicologici. Tale impostazione operativa del pensiero, ci permetterà di sfruttare a pieno e in maniera appropriata, le differenze nei vissuti e nei cluster comportamentali che ciascuna molecola determina.
Oggi si dispone di un ampio e variegato spettro di terapie farmacologiche, idoneo a fronteggiare le nuove complessità cliniche. Purtroppo si osserva spesso l’uso concomitante di farmaci diversi, politerapie con dosaggi elevati al fine di controllare i pazienti causando un franco impoverimento delle capacità cognitive e in ultima analisi, creando una cronicità iatrogena istituzionalizzante.